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Castello Normanno-Svevo di Mesagne

Situato nel centro storico di Mesagne, il Castello normanno svevo fu edificato, all’inizio dell’XI secolo, dal normanno Roberto D’Altavilla detto il Guiscardo, duca di Puglia, Calabria e Sicilia. Fu ampliato, nel XV secolo, dal principe di Taranto Giovanni Antonio del Balzo Orsini e, nel XVII secolo, assunse l’aspetto di residenza moderna che ha ancora oggi.

Nel 1908 venne acquistato dalla famiglia salentina dei marchesi Granafei di Serranova che, da Napoli, si trasferì a Mesagne per amministrare le proprietà in quei luoghi.

  • Indirizzo


    Castello di Mesagne, Piazza Orsini del Balzo, Mesagne, Bríndisi, Puglia, 72023, Italia

  • Contatti

    Castello

    0831732285

  • Orari

    Lun-Ven: 09-13, 15-18
    Sab, Dom: Chiuso

Il nucleo più antico del Castello di Mesagne è rappresentato dall’alto torrione a pianta quadrangolare, dotato di caditoie per il lancio di pietre e olio bollente e di quattro guardiole angolari, a testimonianza dell’originaria edificazione a scopo militare. All’interno, al piano terra, vi sono ambienti collegati da piccole porte e dotate di tipici camini, il pozzo di acqua sorgiva e il servizio igienico. Al piano sottostante, si trovano le famose prigioni e, nel sotterraneo, anche le cisterne per la conservazione dell’olio.

Dalla corte interna, decorata di portali bugnati ad arco a tutto sesto, si accede al piano superiore esterno, con il giardino pensile e il belvedere sul territorio circostante. All’ingresso, c’era il ponte levatoio su un fossato profondo due metri e largo nove, oggi non più visibile.

Allestito nel 1931, grazie alla donazione di reperti archeologici di propria proprietà, da parte della famiglia Granafei, il Museo Archeologico Territoriale “Ugo Granafei” di Mesagne ha sede, dal 1999, all’interno del Castello. 

Al piano terra è illustrata la storia dell’Istituto e sono esposti ritrovamenti condotti nelle zone archeologiche relative alla Mesagne messapica e alle sue necropoli urbane. Al primo piano, vi sono le testimonianze riconducibili all’età preistorica fino a quella tardo imperiale, in particolare i centri indigeni di Muro Maurizio, Muro Tenente e l’impianto termale di Malvindi.

                                   

    

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